Green pass: cosa cambierà da settembreDa mercoledì 1° settembre scatterà l’estensione dell’obbligo di certificazione verde Covid per i trasporti a lunga percorrenza sul territorio nazionale: aereo, traghetto, treno.

Un cambiamento da tenere a mente soprattutto per chi è partito o partirà nei prossimi giorni e dovrà rientrare dopo quella data. La novità è prevista dal decreto varato dal Governo lo scorso 5 agosto.

Il green pass è generato in automatico e messo a disposizione gratuitamente per chi ha fatto la prima dose o ha ricevuto il vaccino monodose da 15 giorni; ha completato il ciclo vaccinale; risulti negativo a un tampone molecolare o rapido nelle 48 ore precedenti (esclusi autotest rapidi, test salivari, test sierologici); è guarito da covid nei 6 mesi precedenti. In Italia da mercoledì 1° settembre il green pass diventa obbligatorio per viaggiare in aereo, su navi e traghetti per collegamenti interregionali (esclusi quelli marittimi nello Stretto di Messina), su treni intercity e alta velocità, su autobus che fanno servizi di trasporto in modo continuativo o periodico su un percorso che collega più di due regioni con itinerari, orari, frequenze e prezzi prestabiliti; autobus a noleggio con conducente (esclusi quelli impiegati nei servizi aggiuntivi di trasporto pubblico locale e regionale).

L’utilizzo degli altri mezzi di trasporto può avvenire anche senza green pass, rispettando le misure anti-contagio (distanziamento, mascherina). L’obbligo della certificazione verde per gli spostamenti in Italia non si applica ai bambini sotto i 12 anni (esclusi per età dalla campagna vaccinale) e ai soggetti esenti per motivi di salute dalla vaccinazione sulla base di certificazione medica.

Non cambiano le regole per entrare in Italia. Il green pass del viaggiatore deve attestare una delle seguenti condizioni:- aver completato il ciclo vaccinale da almeno 14 giorni- esser guariti da covid (la validità del certificato di guarigione è pari a 180 giorni dalla data del primo tampone positivo)- aver fatto un tampone molecolare o antigenico effettuato nelle 48 ore prima dell’ingresso in Italia con esito negativo.

Un green pass che attesti la somministrazione della prima dose di vaccino a due dosi (seconda dose in attesa di somministrazione) non è sufficiente per l’ingresso in Italia dall’estero. In questo caso bisogna sottoporsi comunque a test molecolare o antigenico rapido. L’obbligo vale anche se si rientra da un Paese europeo che accetta un certificato con ciclo vaccinale non completo.